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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254864
Saltini, Guglielmo Enrico 16 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

questo lungo e fiero cozzo d’idee, che i meno savi deridono, e i più seguono trepidando, perchè sanno doverne uscire la ragion d’essere di un periodo

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’ufficio che poi sostenne di vice-presidente nell’Accademia fiorentina. Non pertanto ci rimangono di lui alcune opere non indegne di essere commendate, come

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architettoniche degne di essere ammirate. Però di suo fece poco e non bene, se vogliansi eccettuati alcuni riattamenti in Venezia al Palazzo Regio, a quello

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annesse, a San Donato nei contorni di Firenze dal 1828 al 31; e per essere stato il primo ai nostri tempi, che facesse un disegno per la facciata di

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cimento, diremo senza timore d’essere smentiti, che qui anche l’architettura aspira al primato.

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di laude e di critica. Non pertanto meritano anche essere ricordate tra le sue opere, la statua colossale di Ferdinando III posta in Arezzo nel 1822

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del padre. Pure sentendosi chiamato da naturale inclinazione ad altra via, dopo essere stato fattorino di un vetrajo e poi di un sarto, riuscì ad

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può nè deve scordarsi mai d’essere per sua natura monumentale: a noi rimane accennare quali fossero le opere per le quali venne in cosi chiara

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. 1781, m. 1854), seppe dell’arte tanto da non essere dimenticato, quando si allogarono le statue degli illustri toscani, e nel 1845 fece quella di

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una delle artistiche cose più belle di quella mostra solenne. Del Gostoli vogliono anche essere ricordate la statua del Galileo posta (1840) nella

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. I contorni delle statue rimangono tali, quali escono dalla forma, senza essere alterati da lime o ceselli. E per far meglio conoscere l’effetto di

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addetto al R. Museo. Le sue preparazioni di animali, di piante, di fiori e di frutti, gli organismi vegetabili, e quant’altro in somma può essere utile allo

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Lorenzo, ove espresse i popolani di quella terra, che ringraziano Dio per essere stati liberati dal terremoto. Se quest’opera, degna di antico

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invenzioni. Tra i suoi primi disegni giovanili, vogliono essere ricordati Pier Capponi che lacera i turpi capitoli, Giuseppe venduto dai fratelli alla

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Carlo Vili meritano essere ricordati con bella lode. — Emilio Lapi fiorentino (n. 1810 circa) è pittore di assai ingegno. Cristo fanciullo nel Tempio

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Ma quegli che avanzò tutti nell’arte, e meritò di essere annoverato tra i primi incisori d’Europa, è RAFFAELLO MORGHEN (n. a Portici presso Napoli il

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